Ibis Eremita e l’ennemiso caso di bracconaggio

Ibis eremita e il progetto Waldrapp

L’ibis eremita (Geronticus eremita) è un uccello migratore a forte rischio di estinzione a livello globale.
Un tempo la specie era piuttosto diffusa lungo le zone rocciose e le scogliere di Europa meridionale, Medio Oriente e Nordafrica, ma attualmente vi sono poche colonie nidificanti in Marocco e Turchia e in Europa la specie risulta estinta dal XVII secolo.

 

Per cercare di salvare questo uccello dall’estinzione è in corso, da alcuni anni, un progetto (Waldrapp) che coinvolge vari enti, istituzioni ed associazioni  di Austria, Germania e Italia (tra cui il WWF e il Parco Natura Viva di Bussolengo).

Dal 2014, quando il progetto è diventato operativo, sono state create 4 colonie riproduttive distribuite tra il sud della Germania e la Carinzia austriaca.

 

A ciascun individuo nato in uno di questi centri vengono applicati degli anelli di riconoscimento e molti vengono anche dotati di un segnalatore GPS che rende possibile il monitoraggio puntuale dei loro spostamenti.

 

Alla fine dell’estate gli uccelli cominciano a migrare verso sud (in Italia, dove la metà finale è la Laguna di Orbetello) e, durante il tragitto, numerosi individui passano pure per la Provincia di Verona dove possono fermarsi anche per alcune settimane.

Bracconaggio: una minaccia per gli uccelli migratori e un danno economico e sociale

Purtroppo tra i pericoli di questo viaggio c’è anche il bracconaggio e, in Italia, ogni anno vari individui vengono illegalmente abbattuti lungo la loro rotta migratoria.

 

L’ultimo vile atto di questo tipo è avvenuto proprio nella nostra provincia dove, pochi giorni fa, due ibis sono stati uccisi a fucilate vicino a Mozzecane.

 

Le segnalazioni del GPS hanno permesso di recuperare i loro corpi e le radiografie, cui sono stati sottoposti, hanno evidenziato la presenza di numerosi pallini di piombo.

 

Qualche anno fa un episodio simile si era verificato vicino a Costermano.

 

Il WWF Veronese si associa allo sdegno suscitato da questi atti che mettono a rischio l’intero progetto europeo provocando anche seri danni economici.

 

Siamo di fronte ad una situazione allarmante, che non è figlia del caso ma di una doppia causa: la strategia violenta e dolosa messa in atto da una certamente esigua parte del mondo venatorio e l’impossibilità da parte delle istituzioni di farvi fronte con controlli, prevenzione e repressione.

 

Le normative che, alcuni anni fa, hanno riformato il Corpo forestale dello Stato e la Polizia Provinciale, hanno certamente ridimensionato quelle che erano le due principali forze preposte al controllo delle attività venatorie nonché della pesca e dei reati contro l’ambiente.

 

Nella nostra provincia, per esempio, gli agenti della Polizia Provinciale sono attualmente ridotti ad un terzo rispetto a quelli che erano gli effettivi 5 anni fa.

 

Questa situazione rende impossibile una azione efficace e i reati contro gli animali e l’ambiente rischiano di finire fuori controllo.

 

Il WWF chiede perciò alle istituzioni pubbliche, in particolare a Regione e Provincia, un cambio di rotta nella lotta contro questo tipo di reati che mettono in pericolo l’esistenza di specie super protette causando anche gravi danni di immagine nonché economici.